Politiche diverse per stroncare il traffico di esseri umani

Di recente ho letto un articolo pubblicato su "European Journal of Criminology", pubblicato da un ricercatore dell'Istituto di criminologia dell'Università di Cambridge. Basandosi sui dei dati raccolti in 18 mesi dai Ministeri italiani, sviluppando un ottimo lavoro dopo il famoso naufragio di Lampedusa dell' ottobre 2013, dove morirono 368 persone migranti in maggior numero africani, viene dimostrato come la rete di trafficanti di esseri umani non opera come una singola organizzazione, ma in attività segmentate attuate da più clan a gestione "casereccia". 

Come più volte ho specificato negli incontri avuti in questi ultimi mesi, queste reti sono ben lontane dall'essere un'Organizzazione criminale mafiosa (per come la intendiamo noi) e per questo risultano essere ancora più pericolosi e difficili da estirpare. Nel caso specifico della tragedia di Lampedusa l'European Journal of Criminology riporta che i 292 trafficanti, dove il 95% operanti lungo la rotta principale che va dal Corno d'Africa all'Europa, utilizzavano come tappa di viaggio e base di appoggio Libia e Italia per poi successivamente "deportare" la merce umana negli Stati del Nord Europa. Una tratta che a volte includeva anche altre mete come Dubai, Israele, Canada, Turchia. 

Nuovamente quindi si evidenzia che l'immigrazione è un grande volano per lo sviluppo delle altre tratte. Infatti dai dati emerge che in questo traffico sono inclusi i "Trafficanti del deserto" che rapisco per poi percepire un riscatto, l'enorme business delle tangenti percepite dai miliziani di Tripoli per lasciare fuori i migranti dai centri di detenzione e la traffico delle schiave sessuali. Le figure operanti in questi Clan della tratta sono ben specializzate, ognuno ha un compito ben preciso. C'è chi fornisce servizi di contrabbando, chi rapisce, chi controlla il territorio e fornisce protezione. Dalla ricerca emerge che le gerarchie sono semplici e si dividono in due ruoli: l'organizzatore (capo clan) e gli aiutanti. Gli organizzatori delle tratte sono un 15% della rete mentre il restante 85% occupa un ruolo di poca importanza. Dai documenti su cui la ricerca si è sviluppata è emerso che i clan non hanno contatti tra loro e il tutto si svolge come una compravendita al momento. Questo modo di operare crea sicuramente delle grandi difficoltà per riuscire a rintracciare ed estirpare questi gruppi criminali. Hawala è il nome con cui viene definito il pagamento della tratta immigratoria. Esso avviene singolarmente in un rapporto migrante-organizzatore basato sulla "fiducia". La reputazione dell' organizzatore è un elemento molto importante per i capi clan. 


Un business che si sviluppa proprio da una domanda esponenziale, ed è proprio questa domanda che dovrebbe essere attaccata per cercare di estirpare questa piaga. Invece di operazioni navali, come emerge anche dalla ricerca, potrebbe essere più proficuo sviluppate politiche sulla terra ferma per attuare seri programmi di contrasto a questo orrendo commercio dell'essere umano. 
Anche per questo può servire un importante implementazione delle politiche di cooperazione internazionale. Spendiamo milioni di euro che inconsapevolmente (almeno spero) mantengono in piedi questo sfruttamento, quando magari l'investimento potrebbe essere meglio indirizzato.

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