LA NAVE VIKINGA E L'OMBRA DI SOROS


Se devo dirla tutta e in maniera sincera e forse anche poco diplomatica, mi sono rotto le scatole di alcuni soggetti che attaccano altri affermando che servono chissà quali titoli per poter esprimere un pensiero in merito alle operazioni che compiono le navi ONG nel Mediterraneo. 
Sono stufo di sentire questa frase, non perché io stesso non possiedo la speciale abilitazione che pare necessaria, o lo specifico percorso di studio (?), ma perché penso di poter essere libero di dire la mia ovvero la visione di chi una parte di Africa, forse una delle aree più particolari, la conosce molto bene. 
Ripeto, per l’ennesima volta, che il mio schierarmi contro le Navi ONG non vuol dire essere favorevole a far affogare in mare persone ed è davvero stucchevole che tutte le volte mi venga fatta la stessa identica osservazione.
Semplicemente, sono sempre più convinto che bisogna trovare una vera soluzione a questa piaga umanitaria che non può vedere questo tipo di navi ONG farne parte con il ruolo che attualmente ricoprono.

Le persone, i migranti, che salgono sui barconi sono povere vittime di un mercato senza scrupoli.
Un mercato non solo economico, che vede i grandi guadagni dei suoi sfruttatori, ma anche un mercato ideologico utilizzato per manovrare l’opinione pubblica e affermare correnti che mirano all’imposizione di una globalizzazione di pensiero.
C’è la volontà di creare un mix di culture che alla fine genererà anti-cultura ovvero il rigetto di quella che fino ad ora abbiamo considerato la maniera “migliore” di vivere, i nostri valori e le nostre identità di fondo.
Saremo tutti più soli, vulnerabili e assoggettati al potere forte del momento ma senza rendercene conto perché non avremo più un senso critico che veda le “differenze” e sia capace di distinguere il bene dal male.
Questo sarà il risultato del politacally correct che ci impone l’uguaglianza ad ogni costo senza se e senza ma.
Cercherò ora di scendere nel vivo del business che si nasconde dietro queste migrazioni.
Tra le tante navi ONG che operano nel Mediterraneo prendiamo in esame la Ocean Viking che in questi giorni è sotto i riflettori.
Chi c’è dietro a questa imbarcazione? Sos Mediterranee.
Da un approfondito articolo pubblicato recentemente dalla giornalista Francesca Totolo si apprende che l’organizzazione è registrata in quattro Paesi: Francia, Germania, Italia e Svizzera.
Il fondatore e presidente è Francis Vallat, una figura ben nota nel mondo della marina commerciale europea.
Ricopre contemporaneamente più posizioni dirigenziali.
Ma chi finanzia Sos Mediterranee? Tra i tanti finanziatori ne cito qualcuno che potrebbe far accendere il vostro senso critico e forse può aiutare a vedere le cose anche da un altro punto di vista.
- Islamic Relief Germany, Ong islamica, che si ispira ai dettami del Corano e che è presente nella black-list dell’antiterrorismo degli Emirati Arabi, interdetta in Egitto e Israele per i suoi legami con i Fratelli Musulmani sempre sconfessati dall’organizzazione.
- Help Refugee che a sua volta è finanziata dalla Open Society Foundations di George Soros e che in Italia sostiene Baobab Experience.
- Oak Foundation, che in Italia sostiene i medesimi progetti della fondazione di George Soros, come CILD e Open Migration. Gli stretti legami tra Open Society e Oak si consolidano ulteriormente grazie a Adrian Arena, presente nel board della prima e direttore del programma “International Human Rights” della seconda.
Come vedete i finanziatori sono “particolari” e dovrebbero accendere qualche lampadina.
Sos Mediterranee collabora da tempo con Medici Senza Frontiere, anch’essa una organizzazione francese.
Dapprima con la nave Aquarius hanno effettuato anni di operazioni davanti alla Libia chiudendo la loro esperienza a giugno 2018 dopo il famoso “sbarco di Valencia”.
La nave batteva bandiera Panamense ma venne ritirata e quindi, di conseguenza, non poteva più navigare.
Inoltre c’è in corso una indagine per lo smaltimento, in Italia, dei rifiuti e degli indumenti tossici scaricati in maniera illecita e pericolosa per la salute nei 44 sbarchi effettuati nei nostri porti durante l’attività.
Bisogna però ricordare la “collaborazione” della nave in questione con la Milizia di Zawiya.
Miliziani che scortavano i barconi dalle spiagge libiche fino al luogo di appuntamento con le Ong, su commissione dei trafficanti. “Collaborazione” interrotta nel 2017 in seguito all’accordo Italia-Libia che ha portato all’arresto dei miliziani per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Da Luglio 2019 però le due ONG sono tornate in mare con la “nuova” nave Ocean Vicking con lo scopo preciso di “salvare vite” posizionandosi in attesa davanti alle coste libiche.
La nave batte bandiera norvegese, è molto simile all’Aquarius ma molto più veloce, ha 31 membri di equipaggio: 13 di Sos Mediterranee, 9 volontari di Medici senza frontiere e 9 membri dell’equipaggio dipendente dall’armatore Hoyland Offshore AS.
La direttrice di Sos Mediterranée durante la presentazione, ha sottolineato che la missione questa volta è ancora più costosa, Aquarius costava solo 11.000€ al giorno, invitando a donare.
Attualmente la Ocean Viking, dopo quattro operazioni di trasbordo in zona SAR libica, trasporta 365 migranti.
La Libia ha offerto il porto di Tripoli in ottemperanza al regolamento marittimo che prevede l’indicazione del porto “sicuro” più vicino.
Ma per l’ennesima volta le ONG hanno rifiutato e hanno iniziato a chiedere all’Italia e a Malta l’attracco.
I rilevamenti Gps sulla navigazione sono praticamente minimi, girano in tondo sempre nello stesso tratto di mare stando sostanzialmente in attesa. 
La Farnesina con un comunicato ufficiale indirizzato all’ambasciata norvegese ha chiesto di: “esercitare prontamente ed efficacemente ogni azione necessaria affinché sia individuato un porto sicuro di sbarco per le persone a bordo”. La risposta del Ministro della Giustizia norvegese Joran Kallmyr in poche serie parole fa seriamente pensare: “I migranti non dovrebbero arrivare in Europa perché queste operazioni (della Ocean Viking) sono una continuazione della tratta dei migranti, non operazioni di salvataggio.“ 
Sono passati 9 giorni, e non è finora stata avanzata alcuna richiesta di ripartizione dei migranti nè è arrivata alcuna offerta di disponibilità da Paesi europei.
Tutti aspettano di capire capire come andrà a finire il braccio di ferro relativo all’altra nave ONG che sta impazzando in questi giorni, quello di Pro ActivaOpen Arms, spagnola.
La Ocean Viking trasporta il triplo delle persone che ci sono ora sulla Open Arms.
Il coordinatore della missione Nicholas Romaniuk dichiara: "A bordo della nave l’emergenza nei prossimi giorni potrebbe riguardare i minori. Sulla Ocean Viking ce ne sono in tutto 103, 92 dei quali sono non accompagnati. Quindi nelle stesse identiche condizioni dei 27 della Open Arms per i quali ieri il premier Giuseppe Conte ha imposto lo sbarco a Lampedusa. Tra i minori c’è persino un bambino, che viaggia con la madre, di appena un anno."
Quali sono i criteri di scelta su chi far sbarcare e chi no?
Sempre più sono convinto che questa è solo ed unicamente una guerra politica, che ha come armi la finta azione umanitaria a discapito di povere anime vittime di gruppi ideologici che, per imporsi rispetto al sovranismo, non si preoccupano di alimentare questo bieco mercato di esseri umani. 
Quali le soluzioni?
Oltre al blocco navale per impedire questo massacro in mare e terrestre, servono azioni concrete di controllo nei centri del nord Africa e piani di sviluppo territoriali nei Paesi di provenienza dei migranti.
Una volta stabilito chi necessita della nostra accoglienza l’Italia dovrà fare la sua parte aprendo corridoi umanitari seri.
Non smetterò mai di ripeterlo, se si vuol far finire questo massacro bisogna che l’Occidente renda libera l’Africa, le dia una vera autonomia accompagnandola nello sviluppo e rendendo le popolazioni responsabili del proprio futuro, che sicuramente sarebbe più roseo.

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